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Nata e cresciuta a New York, per l’esattezza nella zona di Washington Heights, abitata da una popolazione di prevalente origine o discendenza dominicana, Lakecia Bemjamin è uno dei nomi nuovi del jazz d’oltreoceano, uno dei più talentuosi, come sassofonista ma anche come musicista, compositrice e band leader più in generale. «Sono cresciuta con l’hip-hop e le playlist radiofoniche. Vivendo poi in una comunità latina ho anche suonato merengue, salsa e la bachata. Anche perché nella comunità afroamericana sei incoraggiato a suonare tutte le forme di black music», racconta. Suo mentore è stato il sassofonista Gary Bartz che l’ha introdotta all’arte di grandi maestri del sax come Charlie Parker, Jackie McLean e Coltrane. L’apprendistato lo ha poi fatto suonando con Clark Terry, Anita Baker, Count Basie Orchestra, Kool and The Gang, Macy Gray, The Roots, Stevie Wonder e molti altri.
Nel 2020 si è fatta notare a livello internazionale con l’album Pursuance: The Coltranes, sentito omaggio a John e Alice Coltrane. Ora ha un nuovo disco fresco di stampa da proporre dal vivo, Phoenix, prodotto dalla batterista Terri Lyne Carrington e registrato con i suoi abituali partner e ospiti di riguardo quali Dianne Reeves, Georgia Anne Muldrow, Patrice Rushen e Sonia Sanchez. Nel brano di apertura, “Amerikan Skin”, c’è l’attivista e scrittrice afroamericana Angela Davis, mentre in “Supernova” si ascolta la voce di Wayne Shorter. «In Phoenix ho voluto coinvolgere persone che non solo fossero in sintonia con la mia musica, ma che testimoniassero le nostre comuni radici», specifica Lakecia Benjamin a proposito di un album che partendo dall’humus culturale afroamericano riflette bene il presente e si proietta verso il futuro.
Formazione
Lakecia Benjamin sax alto
Zaccai Curtis pianoforte
Ivan Taylor contrabbasso
E. J. Strickland batteria